HO BACIATO UN'ARMONICA (di Pina Cantarella)
Ascolta il racconto letto e interpretato da Lucia Caponetto,
Salve a tutti, mi chiamo Domenico e il mio nome d’arte è Nico. Vi racconto la mia storia. Attenti, può succedere anche a voi!
Mio nonno suonava sempre l’armonica quando tornava dal lavoro.
Un giorno gli scappò dalle mani ed io la presi al volo. I suoi occhi si riempirono di lacrime e mi confessò che da qualche tempo non riusciva più a tenerla in mano. “Suonala tu”, mi disse. Io feci finta di niente, l’armonica mi sembrava uno strumento troppo antico per la mia età.
E continuai a suonare a ritmo di rock.
In passato, nonno Enzo mi aveva invitato tante volte a provare l’armonica, ma non era riuscito a convincermi e mi aveva regalato la chitarra per farmi contento. Aveva il cervello fino, il nonno.
Dopo alcuni mesi mi propose di suonare ai matrimoni del paese per intrattenere gli invitati durante il pranzo di nozze. Si sarebbe offeso se non avessi accettato la sua proposta, in fondo fare qualche accordo ogni tanto serviva a sciogliere le dita e a parare i gol quando il mister mi chiamava come portiere della squadretta di calcio a cinque. Mi divertivo a guardare le signore con i vestiti laminati abbracciate ai ragazzi con le tartarughe. Se ne fregavano dei mariti gelosi, si alzavano dai tavoli e vai con il tango o la bachata! Qualche volta andavamo anche ai funerali per accompagnare il morto al cimitero, ma non era divertente, facevo un accordo ogni cinque passi e dopo litigavamo. Suonare gratis ai matrimoni andava bene, però i funerali me li poteva risparmiare!
Il nonno, dopo il terzo funerale, mi disse che gli facevo fare brutta figura e di restare a casa a studiare. Non vi dico la mia felicità, ero libero di andare dalla mia ragazza che aveva le stesse curve della chitarra e si faceva baciare. Non pensate male, solo baci e abbracci, avevo solo quindici anni!
Torniamo a quel giorno. Quando il nonno si asciugò gli occhi, alzai le mani dalle corde e abbracciai la chitarra come facevo sempre, una specie di scaramanzia, di portafortuna. Lui mi chiese: «Nico della mia vita, perché abbracci la chitarra quando finisci di suonare?» Io, con l’aria di chi la sapeva lunga, risposi: «Nonno, questa chitarra mi farà diventare ricco e famoso. Lo sento.» Lui non rispose subito. Riprese in mano l’armonica e suonò un pezzo nuovo. Quando staccò la bocca, mi disse: «Nico, questo brano l’ho inventato io, a orecchio. Non sono un musicista, conosco solo i nomi delle sette note, do, re, mi, fa, sol, la si, e basta. Ho chiamato le galline come le note così corrono quando preparo il mangime, sono molto affettuose, il gallo purtroppo è rimasto senza nome.» Mi misi a ridere. «Nonno, cosa centrano le galline con la musica? Vuoi dire che devo abbracciare anche le galline come portafortuna?» «No, ti voglio dire che il mondo è fatto a scale, una volta si sale, e un’altra si scende, come nella musica. La musica ti farà diventare ricco e famoso se la suoni col cuore. Te l’ha detto questo il maestro? Tienila tu la mia armonica, io non la posso suonare più. Se vola quando non ci sei, chi la prende?»
Dopo queste parole, lucidò l’armonica con la manica della camicia e me la mise fra le mani come se fosse una reliquia di Santa Cecilia. «Nico, provala adesso, lo senti come trema appena arriva il tuo respiro? Studia la teoria sui libri, ma se non la provi non puoi capire quante soddisfazioni ti può dare. Studia anche le donne, se non suonano quando le tocchi non sono quelle giuste. Divertiti e fai divertire, i soldi vanno e vengono, il batticuore resta. Questo non c’è scritto sui libri di musica, lo insegna la vita.»
Quella sera non riuscii a prendere sonno. Guardavo l’armonica del nonno e avevo nelle orecchie le sue parole, i vibrati, le melodie e tutto quello che si poteva fare con quello strumento. Per il mio diciottesimo chiesi ai miei genitori un’armonica diatonica come regalo.
Cosa desidero oggi? Niente di più di quello che ho. L’X Factor ce l’ho nel cuore. Suono nei locali e anche a casa di amici. Registro i pezzi scritti da me per chi li vuole sentire con comodo e dimenticare i problemi. L’armonica del nonno mi ha portato fortuna, la bacio prima di suonare e anche dopo. L’avete capito che l’armonica e la mia chitarra suonano insieme? Qualche volta, per non farle litigare, faccio l’assolo prima con l’armonica e poi con la chitarra. Due galline e un gallo nello stesso pollaio, per carità, si azzannano! Io sono il direttore della mia orchestra, e non sono un gallo, mi basta la mia ragazza con le forme di una chitarra. Buona musica a tutti, da Nico.