Pubblico questo articolo dopo essere stato ospite alla trasmissione Musicalmente della web radio dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS. In fondo a questa pagina trovi il link per ascoltare l'intervista, andata in onda mercoledì 4 dicembre 2019.
Per una persona affetta da grave deficit visivo o da totale cecità, seguire un corso di musica classico in una delle qualsiasi scuole di musica può risultare davvero difficoltoso se non impossibile. La moderna società in cui viviamo spinge da anni un modello di comunicazione basato soprattutto sui messaggi visivi, del resto chi non ha mai pronunciato la frase “un’immagine dice più di mille parole”? Il problema è che per un non vedente un’immagine non dice proprio nulla, ci vogliono le parole; ci vogliono eccome! Ma non basta, per essere davvero utili, le parole devono essere scritte nel modo giusto e non devono essere troppe, esse devono trasmettere informazioni semplici, chiare e dettagliate.
Un non vedente si affida soprattutto all’orecchio, e le parole che scriviamo, se lette da un software vocale di ausilio, diventano anch’esse suono e fanno capo quindi sempre all’udito. Poi c’è il tatto: esistono display che possono essere collegati a un computer e permettono di visualizzare una serie di caratteri Braille. Di questi dispositivi in commercio se ne trovano di diverso tipo, dai mini display da 14 caratteri fino agli apparecchi professionali capaci di visualizzare anche 80 caratteri; li si può acquistare a prezzi che partono dai 1500 euro e possono arrivare fino 7500 euro. Nel seguente link puoi trovare una descrizione più dettagliata dello schermo Braille:
Riguardo alla notazione musicale, sono stati ideati dei sistemi alternativi di rappresentazione delle partiture, le quali possono essere riprodotto da un display Braille e addirittura stampate da una stampante apposita. La musica passa così dal pentagramma al display tattile mediante un processo di conversione delle informazioni. Con questo sistema tutte le informazioni della partitura possono essere rappresentate in Braille e la riproduzione delle stesse risulta essere dettagliata. Anche con questo sistema comunque, la lettura ed esecuzione della musica in tempo reale è impossibile, poiché il musicista ha le mani impegnate a consultare lo schermo. D’altro canto, se non si utilizza un display Braille, un buon lettore audio software può essere una soluzione ottimale a un costo accessibile a tutti.
Quando si parla di insegnare musica, che sia con uno strumento come l’armonica o con qualsiasi altro, ci sono diversi aspetti da tenere in considerazione, e per analizzarli meglio dobbiamo sempre paragonare le percezioni di una persona normovedente e quelle di un non vedente. Non è solo questione di accesso alle informazioni, ma anche di memorizzazione di queste e del loro richiamo quando necessario. Si pensi a come una persona non vedente possa mantenere un repertorio musicale: una volta imparato un brano, non c’è un modo davvero veloce per dargli “un’occhiata” prima di suonarlo dopo averlo accantonato per un certo tempo. Quello che viene a mancare è quella visione globale con la quale alcune immagini vengono associate a delle informazioni, non a caso alcune tecniche di memorizzazione fanno proprio di questo aspetto il loro punto forte.
Se vogliamo possiamo dire che il modo di vedere le informazioni passa da un processo globale a qualcosa di sequenziale.
Nel mio corso di armonica a bocca sto sperimentando la scrittura delle partiture degli esercizi e dei brani utilizzando un foglio di Excel, proponendo la notazione in formato tabella, la quale viene consultata utilizzando i tasti cursore della tastiera del computer. In questo modo l’allievo può scorrere la partitura nota per nota e, visto che parliamo di armonica sono rappresentati anche i fori da suonare soffiati e aspirati. Mentre si legge la partitura con i tasti cursore del computer l’altra mano è libera per tenere l’armonica.
Un’opportuna simbologia è stata studiata per segnalare le note da effettuare con la tecnica del bending e per quando si suonano più note contemporaneamente per esempio negli accordi. Il materiale di questo tipo è integrato da file audio, in modo che ogni frase musicale presente nel foglio di Excel possa essere ascoltata e riprodotta dallo studente. Il supporto audio è indispensabile, poiché nella notazione Excel troviamo solamente le note ma non il loro valore, di conseguenza tutto ciò che riguarda l’esecuzione vera e propria (tempo, velocità, pause, legature, accenti, effetti sulle note) è affidata all’orecchio dello studente che deve cercare di riprodurle.
Il maestro ha sempre un importantissimo ruolo in un processo di apprendimento, nel caso di insegnamento a uno studente con deficit visivo questo ruolo diventa fondamentale: se è vero che lo studente non sarà in grado di guardare l’insegnante eseguire ciò che si sta studiando, è altrettanto vero che l’insegnante può comunque osservare l’allievo, correggerlo nella postura e descrivere dettagliatamente a voce ogni elemento necessario allo studio. Le spiegazioni vocali andranno a compensare la mancanza della vista.
Per imparare a suonare l’armonica questo metodo di insegnamento risulta efficace, questa infatti si suona soprattutto attraverso le sensazioni del tatto che avvertiamo sulle labbra e sulla lingua e non necessita di essere guardata durante l’utilizzo. Aggiungendo a tutto ciò che abbiamo detto fin qui il fatto che ora, grazie alla rete, basta andare online e si può studiare comodamente da casa con le video lezioni a distanza, penso che un discreto passo avanti per permettere a sempre più persone di imparare la musica lo stiamo facendo. Buona suonata a tutti!