TEORIA MUSICALE E ARMONICA BLUES:
CONCETTI BASE

Teoria musicale per armonica: le basi

Benvenuto sul mio sito dedicato all’armonica, o bentornato se già mi conosci. In questo tutorial parliamo di teoria musicale applicata a questo bellissimo strumento, in realtà ciò di cui parleremo oggi riguarda tutti gli strumenti musicali, dato che la teoria musicale è alla base di come noi facciamo la musica, e soprattutto di come noi la percepiamo.

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Quando parliamo di teoria musicale, ci immaginiamo qualcosa di immenso e noioso, che non è assolutamente indispensabile per imparare a suonare a livelli amatoriali; eppure potrebbe stupirti scoprire che invece una certa parte della teoria musicale può assolutamente essere divertente e non solo, effettivamente può velocizzare il tuo percorso di apprendimento in maniera incredibile.

Oggi voglio parlarti di intervalli, perché sono proprio gli intervalli che stanno alla base della musica; infatti noi percepiamo le melodie perché sono composte da una sequenza di note che distano l’una dall’altra un certo numero di semitoni.

Per capire cos’è un semitono, osserviamo i nomi della scala cromatica, ovvero la scala che contiene le dodici note da noi utilizzate per comporre la musica.

Teoria per armonica a bocca: la scala cromatica

l semitono è la distanza tra una nota è la sua successiva o precedente sulla scala cromatica, per esempio se ci muoviamo da DO a DO#, ci stiamo muovendo da un semitono.

Possiamo dire quindi che tra il RE e il RE# c’è un semitono, così come tra il RE# e il MI, tra il SOL e il FA# che lo precede, e così via; in altre parole, il semitono è la distanza minima che può esserci tra una nota e l’altra.

Ci sono nella musica alcuni intervalli che sono molto importanti, il primo è sicuramente quello chiamato “di terza”. Un intervallo può essere di terza minore o di terza maggiore, e questa distinzione è di vitale impatto sulla musica, infatti questi due intervalli suonano in maniera molto diversi.

Vediamo intanto cos’è un intervallo di terza minore: esso è una sequenza di due note che distano l’una dall’altra 3 semitoni, per esempio RE e FA, oppure DO e RE#, o ancora MI e SOL, e così via.

Questo intervallo ha un suono “triste” o “malinconico”, per questo motivo ci sono le canzoni cosiddette di “modo minore” come anche i blues di tipo minore, che hanno questa sonorità particolare.

Teoria per armonica a bocca: l'intervallo di terza minore

Un intervallo di terza maggiore invece, è composto da due note che distano quattro semitoni, e il suono che ne scaturisce è un suono più “allegro”. Esempi di intervalli maggiori sono DO e MI, oppure SOL e SI, o ancora RE e FA#.

Teoria per armonica a bocca: l'intervallo di terza maggiore

Un altro intervallo molto importante è quello di quinta, composto da note che distano sette semitoni. Questo intervallo è ampiamente usato nella costruzione delle melodie che ascoltiamo tutti i giorni.

Teoria per armonica a bocca: l'intervallo di quinta

L’ultimo intervallo di cui parliamo oggi è quello di ottava, composto da due una nota e la stessa nota distante dodici semitoni; sappiamo che le dodici note si ripetono verso l’alto e verso il basso, costituendo appunto le ottave musicali.

L’intervallo di un ottava suona proprio come un bel salto!

Teoria per armonica a bocca: l'intervallo di ottava

Bene, ma cosa serve sapere queste cose? Ecco alcuni benefici che ottieni imparando queste semplici nozioni:

Imparando a riconoscere gli intervalli impari a trovare le note delle canzoni che ti piacciono, poiché alleni l’orecchio musicale.

Gli intervalli ti permettono immediatamente di riconoscere se un brano è di tipo maggiore o minore.

Se decidessi di imparare a comporre tu stesso la musica, gli intervalli ti permettono di creare melodie più varie, sapendo esattamente che tipo di suono ottieni.

Io ti invito a praticare l’ascolto dei vari intervalli, magari aiutandoti con una piccola tastiera o comunque uno strumento cromatico come il flauto o l’armonica cromatica; prova ad ascoltare per esempio intervalli come DO e SI successivo, oppure DO e FA# successivo, e cerca di notare come questi suonino un po’ “strani”, rispetto a DO e SOL, oppure DO e MI.

Tieni presente che indipendentemente dalla nota con cui parti, sono gli intervalli a determinare il suono che ottieni, quindi imparando a riconoscere gli intervalli partendo per esempio dal DO, impari a riconoscere tutti gli intervalli: questo si chiama sviluppare l’orecchio relativo, importantissimo per suonare meglio.

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