Vuoi amplificare il suono della tua armonica e non sai da dove cominciare? Sei indeciso su quale amplificatore scegliere per andare a esibirti sul palco o per farti segnalare alla prossima riunione di condominio? Prima di lanciarti sul tuo sito di e-commerce preferito e inviare un ordine leggi questo articolo.
Oggi ti parlo di amplificazione per l’armonica ma dandoti delle nozioni che valgono per tutte la applicazioni audio in generale e che sono utilissime per orientarsi nell’acquisto di un qualsiasi sistema di diffusione sonoro. Parleremo di suono, di risposta in frequenza, di altoparlanti e di amplificatori, cosa potresti volere di più? Tra poco saprai tutto su come amplificare il tuo strumento preferito.
L’armonica è uno strumento acustico e pertanto per essere amplificata necessita obbligatoriamente di un microfono; di questo accessorio parlerò approfonditamente in un altro articolo, quindi rimani sintonizzato su lezionidiarmonica.it perché scoprirai come “pompare” al meglio la tua armonica, ottenendo il suono che vuoi, ma soprattutto, non dissipando una fortuna. Esatto, perché non pensare che per dare volume alla tuo piccolo strumento sia necessario per forza spendere molto, basta sapere quali elementi sono importanti per il suono e potrai fare acquisti mirati di cui non ti pentirai facilmente. Parola di chi ci è passato prima!
Partiamo dal capire cos’è il suono e com’è fatto quello prodotto della tua armonica: alla base di tutto ci sono le onde sonore che hanno alcune caratteristiche tra cui la frequenza. Più è alta la frequenza più il suono che percepiamo è acuto. L’orecchio umano teoricamente può recepire onde sonore che vanno dai 20 ai 20 mila hertz. Gli hertz sono l’unità di misura della frequenza. Nel disegno qui sotto trovi un riassunto delle frequenze che diversi strumenti musicali producono: questo non sono le uniche frequenze emesse da essi, poiché, come vedremo in seguito, il suono globale che ascoltiamo è formato anche da alcune variazioni delle frequenze fondamentali che si sommano a quella di base.
Come mostrato nella figura ogni strumento musicale emette delle onde sonore che stanno all’interno di un certo range: il basso per esempio lavora circa tra i 40 e i 450 hertz, mentre il piccolo si trova all’estremo opposto emettendo suoni che spaziano tra i 250 e i 3600 hertz. Questi valori non sono da prendere esattamente ma danno bene l’idea di cosa significhi suonare uno strumento che produce suoni gravi rispetto a uno che emette suoni acuti.
Dove si colloca l’armonica all’interno di questo range? La blues harp è abbastanza versatile: intanto a seconda della tonalità in cui la scegliamo avremo suoni più gravi o più acuti, per esempio un’armonica in FA basso si spingerà più a sinistra sullo spettro delle frequenze, mentre un’armonica in FA diesis normale sarà molto acuta; in genere però lo spettro di frequenze emesso è ampio, si va dai 300 ai 10000 hertz e forse anche oltre. Questi valori sono dovuti alle diverse onde armoniche che vengono prodotte quando suoniamo e che, come detto poco fa si sommano alla frequenza base della nota scelta; puoi vedere come funziona nella prossima figura:
Ora se noi vogliamo amplificare il suono dobbiamo tenere conto che ogni mezzo che interporremo tra la sorgente sonora e l’orecchio ha delle caratteristiche tra cui una risposta in frequenza. Cosa significa questo? Significa che nel nostro caso l’armonica sarà avvicinata a un microfono, il quale sarà collegato a un amplificatore, il cui suono amplificato sarà emesso da un altoparlante: tutti questi oggetti determinano il risultato finale.
Prendiamo il primo accessorio della nostra catena audio: il microfono. Un microfono per voce ha una risposta in frequenza più ampia di quella di un microfono per armonica bullet, il secondo infatti contiene una capsula simile a quella dei vecchi telefoni a filo di casa: hai presente come era la voce? Abbastanza accentuata sulle frequenze medie, pochi bassi e pochi alti. Per darti dei numeri, il microfono bullet Shure 520DX, tanto conosciuto tra gli armonicisti, ha una risposta in frequenza che va dai 50 ai 5000 hertz dichiarati, che poi diventano da 400 a 4000 effettivi. Sulla base di quello che hai appena letto adesso sai che questo microfono taglia delle frequenze emesse dalla nostra armonica. Se clicchi sui link che trovi qui sotto puoi ascoltare il suono di un’armonica ripreso da un microfono vocale con risposta in frequenza ampia, e confrontarlo con quello tagliato a 5000 hertz proveniente da una capsula del tipo appena descritto. Con il terzo link puoi ascoltare il suono trattato per ottenere il famoso “chicago sound”, utilizzando un amplificatore per chitarra, un apparecchio che lo emula oppure un effetto hardware o software.
Veniamo ora all’altoparlante: anche questo oggetto ha una risposta in frequenza, in particolare, un altoparlante di grandi dimensioni riproduce meglio le frequenze basse rispetto a uno di piccole dimensioni. Il subwoofer, il woofer, il midrange e il tweeter hanno caratteristiche specifiche che li rendono ottimali per i suoni di frequenza crescente: il tweeter è quello che riproduce meglio i suoni acuti. Nelle immagini qui sotto trovi degli esempi di specifiche tecniche di un woofer e di un tweeter.
Proseguendo nel nostro ragionamento risulta evidente che se alla fine della nostra catena audio utilizziamo un altoparlante piccolino andremo a eliminare altri pezzetti di spettro sonoro dalla nostra armonica. Riassumo di seguito le tipiche risposte in frequenza dei vari tipi di emettitori:
• Subwoofer (frequenze bassissime, solitamente al di sotto dei 50 Hz)
• Woofer (frequenze basse - da 50 Hz a 500 Hz)
• Midrange (frequenze medie - fino a 0,5-8 KHz)
• Tweeter (frequenze alte - fino a 8-18 KHz)
• Supertweeter (frequenze altissime - oltre 18 KHz)
Tutto ciò che abbiamo visto è per farti capire che per amplificare uno strumento è importante scegliere che tipo di suono vogliamo e quanto del suono originale prodotto vogliamo mantenere: un sistema di diffusori a 3 vie con un bel woofer, un midrange e un tweeter sono adatti a riprodurre fedelmente ciò che suoniamo, un sistema con un altoparlante unico risulta essere per forza di cose un compromesso. Sapendo questo possiamo decidere con criterio cosa utilizzare per ottenere il nostro scopo.
Ok, adesso ti starai chiedendo: “Ma il Chicago sound?”
Lo so, molti di noi amano il tipico suono gonfiato e distorto dell’armonica che proviene dagli Stati Uniti: continua a leggere questo articolo e scoprirai cosa ti serve per ottenerlo.
Analizziamo ora diversi scenari di amplificazione per l’armonica: per ognuno saranno elencati gli elementi necessari e come collegarli tra di loro.
Amplificazione per riproduzione del suono fedele:
Utilizziamo un microfono con ampia risposta in frequenza, come quello per la voce, che può essere sia dinamico che a condensatore. Il microfono può essere collegato a un mixer e da questo a un amplificatore generico, oppure direttamente a una cassa amplificata, o ancora alla scheda audio del computer. Ci sono diverse soluzioni, in linea di massima questa catena audio non cambierà il suono dell’armonica, tuttavia a seconda delle apparecchiature che interponiamo tra il microfono e il diffusore, possiamo equalizzare il suono o aggiungere effetti. A questo proposito, vorrei chiarire che con appositi effetti e settaggi possiamo ottenere tutti i tipi di suono che vogliamo compreso il suono Chicago.
Per farti un esempio, quando io suono nei locali utilizzo l’armonica con la chitarra e la suono direttamente nel microfono che uso per la voce. Il segnale entra nel mixer del locale e da qui va agli altoparlanti: il suono della voce e dell’armonica subiscono lo stesso trattamento.
Amplificazione specifica per suono stile Chicago:
Per questo tipo di suono utilizziamo un microfono ad alta impedenza di tipo bullet e lo colleghiamo direttamente a un amplificatore per chitarra che può essere di vario tipo: ci sono amplificatori valvolari, a transistor (stato solido), modeling (ad emulazione). Con questo tipo di amplificatori si agisce su vari controlli come il guadagno e il tono per ottenere il tipo di suono desiderato. Spesso con questa configurazione si equalizzano i bassi aumentandoli per riempire il suono dell’armonica, non a caso certi pedali venduti appositamente per questa hanno controlli di guadagno dei bassi in grado di innalzarli anche di 20 decibel.
Di amplificatori ce ne sono tantissimi, a titolo d’esempio ne mostro qui due: uno piccolo che va bene per casa, per strada e anche in piccoli spazi, e uno più grande:
Amplificatore portatile VOX mini 5
Amplificatore Fender champion 100
Un’altra alternativa per ottenere questo tipo di suono è quella di utilizzare un microfono ad alta impedenza, un emulatore di amplificatore e collegarsi a un qualsiasi sistema di diffusione generico. Questa soluzione permette di essere autonomi riguardo al tipo di suono che si vuole ottenere e di sfruttare contemporaneamente un sistema audio già esistente come quando si va in un locale.
Siamo così giunti al termine di questo articolo sull’amplificazione per armonica; sono sicuro che ora avrai le idee più chiare su che tipo di configurazione può fare al caso tuo, e mi raccomando leggi le pagine di approfondimento:
Approfondimento sugli amplificatori.
Approfondimento sui microfoni.
Buna musica!