Comprare un’armonica in re è necessario? In cosa si differenzia questa tonalità di armonica da quelle in sol, la e do? Per cosa viene utilizzata questa armonica oggi? Questi sono gli argomenti dell’articolo di oggi, mettiamoci comodi e conosciamo meglio una delle blues harp più diffuse, quella in D.
Se è vero che l’armonica in do è quella più conosciuta, ce n’è una che non si discosta tanto da essa come suono che viene però utilizzata maggiormente per il blues, quella in D (re). Spesso infatti il blues viene suonato in la, anche se la maggior parte delle volte lo si esegue in mi, visto che questa è una tonalità abbastanza facile anche per i chitarristi alle prime armi. Se dovessimo stilare una classifica delle tonalità più utilizzate per il blues troviamo il mi, il la, il sol e il fa, naturalmente possiamo suonare brani in ognuna delle dodici tonalità a seconda dell’estensione vocale del cantante o del nostro gusto, tuttavia generalmente si tende a mantenere le cose semplici; per questo motivo l’armonica in re ha il suo posto sul podio delle armoniche che non possono mancare nel set di strumenti di ogni armonicista che si rispetti.
Quando utilizziamo l’armonica in re, essendo essa tre le armoniche di tonalità diciamo “media”, possiamo suonare assoli che sono squillanti specialmente sulla terza ottava dello strumento, per quanto riguarda gli accordi invece, questi hanno un suono a volte troppo acuto, per questo motivo l’armonica in d è a mio avviso più indicata per suonare gli assoli che per fare chugging (o vamping come vogliamo chiamarlo), dove alterniamo accordi e bicordi a note singole.
Per conoscere le note che possiamo suonare sull’armonica in re facciamo riferimento alla prossima immagine.
Se soffiamo in un’armonica in re otteniamo sempre accordi di re maggiore, questa è infatti la tonalità di elezione per quest’armonica, la stessa in cui l’abbiamo comprata. Quando suoniamo in prima posizione suoniamo proprio questi accordi formati dalle note re, fa# e la.
Quando aspiriamo nei fori dell’armonica in d otteniamo un rivolto dell’accordo di la maggiore formato dalle note la, do# e mi; questa triade forma l’accordo di grado cinque, importantissimo poiché risolve sull’accordo principale, quella che abbiamo appena conosciuto, ovvero di re maggiore.
Aspirando nei fori dal due al cinque otteniamo l’accordo di la7, detto anche dominante, mentre aspirando dei fori da quattro a sei e da otto a dieci suoniamo l’accordo di mi minore, formato dalle note mi, sol e si.
Se vuoi saperne di più riguardo agli accordi e altri aspetti della teoria musicale, ti invito a visitare la pagina del materiale a riguardo qui.
Con le note dell’armonica in re possiamo quindi suonare canzoni in re maggiore, in mi minore, in fa# minore e in la maggiore; per suonare in queste tonalità utilizzeremo rispettivamente le posizioni prima, terza, quinta e seconda. Ti ricordo che la prima posizione è anche chiamata straight harp, mentre la seconda cross harp. Chiaramente, se riusciamo a eseguire anche le note con la tecnica del bending possiamo suonare in diverse altre posizioni e tonalità, queste che ho elencato sono quelle più utilizzate e più comode; con il bending possiamo suonare più scale musicali, arpeggi e patterns, e naturalmente anche dare forma al suono su alcuni fori come meglio ci piace.
Per quanto riguarda i generi musicali, come ti dicevo l’armonica in re è molto indicata per gli assoli come avviene con quella di tonalità vicina in do.
L’armonica in re è difficile da suonare? Tutto sommato suonare un’armonica in re è come suonare un’armonica in do, solo che produce un suono più squillante.
Bene, questo articolo sull’armonica in re termina qui, io ti do appuntamento qui sul mio sito e sui miei canali social con altri articoli, lezioni e canzoni da suonare; intanto ti auguro tanta buona musica.